Per un attimo tutti i soldati in fuga avevano avuto la stessa paura: le bombe non esplodessero, il fluido esplosivo dentro di esse era carente e così avevano continuato la corsa pensando di essere comunque destinati alla morte.
Poi c'era stato il boato ed erano stati sbalzati e proiettati in avanti, le porte di protezione suprema erano state aperte e mentre noi ci eravamo entrati correndo i ribelli letteralmente ci erano volati dentro. Le porte iniziavano a falcidiare sistematicamente i vampiri che, sbucati dal nulla, cercavano di introdursi, disintegrandoli con un raggio laser semi-trasparente. A quel punto appena le porte si erano chiuse ci eravamo sentiti molto molto meglio, la tensione letteralmente era uscita da noi con un boato di gioia. Ci eravamo abbracciati tutti ed avevo ringraziato i soldati che spiegavano come era iniziato il loro calvario.
Avevano spiegato cosa facevano loro per difendersi dai vampiri, ma loro erano uomini addestrati, io l’unico addestramento che possedevo era la mia capacità di adattarmi.

I soldati ci avevano detto di essere stanchi perché erano mesi che continuavano a lottare, ma erano felici che ci fosse qualcuno che potesse almeno ascoltarli. Ci avevano confermato che quello doveva essere l’ultimo giorno di muta e che dopo ci sarebbe stata la pace per un po’ di tempo e che si poteva in quei giorni spostarci e prendere cibarie e godere di un po’ di libertà. Poi il discorso si era spostato sulle porte di protezione suprema: erano state costruite come estrema difesa per gli esseri umani.
Ne non potevano esserne costruite altre perché la fabbrica prodotta era stata data alle fiamme e si diceva la responsabile fosse una donna. Anche se era solo una diceria, avevo avuto un brivido gelato lungo la schiena. Chi poteva mai essere la sciagurata?
Avevo proposto quindi di trovare quella donna, ma mi era stato risposto che chi aveva visto era morto e che non vi era nessuna certezza la cosa mi sembrava strana e non mi convinse, ci vedevo dei pezzi mancanti e continuai a tormentarmi su questo punto. La donna dalla descrizione era di bassa statura, quasi una nana, capello biondo sabbia con orribile ricrescita marrone scuro, nera, magra quasi ossuta, piena di rughe, occhi cattivi e spenti che luccicavano solo quando riusciva a portare a termine le sue cattiverie. Aveva una voce acuta e si vestiva in modo eccentrico, minigonna di jeans blue, calze verdi scuro e maglia rossa, la prima idea che mi suggeriva un abbigliamento simile era quella di un semaforo.

# LA DONNA SEMAFORO

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La donna semaforo era molto creativa, era sempre con la mente piena di pensieri e strategie per far del male a chi non la sopportava. Negli ultimi tempi era particolarmente nervosa perché i ribelli erano scappati nelle porte di protezione suprema che erano anche dei dispositivi che uccidevano i suoi adepti. Masticando rabbia pensava ad un piano per come attaccare la razza umana ancora una volta.
Intanto che rifletteva alle sue strategie aveva cercato di mettersi sexy, si vedeva bella LEI, era piena di sé, si era messa dei vertiginosi tacchi alti e meditava su come fare. Aveva anche altri problemi: non piaceva agli uomini quelli che voleva possedere, lei pensava di essere giovane e bella, ma la realtà era che iniziava ad essere piena di rughe e quando era più giovane e faceva finta di essere un’umana come gli altri l’estetista non capiva le ragioni dell’invecchiamento precoce della sua pelle. Le ragioni erano semplici, lei era la nipote della strega che avevamo trovato nella casa dove avevamo trovato i bambini morti, per lei era una sciagura, ma iniziava già ad invecchiare precocemente a quindici anni. Aveva cercato di usare creme e pozioni contro questa piaga che la tormentava ma non c’era stato niente da fare e questo l’aveva resa peggiore di sua nonna, aveva crocifisso molti umani o li aveva lasciati in preda ai vampiri. Aveva dimostrato un piacere sadico a giocare con la vita e le emozioni degli altri apparendo nei sogni dei suoi malcapitati e poi alla fine sferrando l’ultimo attacco, o aveva reso molti pazzi dalla disperazione a tal punto che si erano consegnati spontaneamente ai vampiri o si erano gettati a peso morto fuori dalla finestra. Dopo tutto questo non era ancora soddisfatta, aveva un’infinita sete di potere che sfiorava l’ossessione, voleva essere servita, riverita come una divinità, e quindi cercava con la nonna di vendicarsi sugli umani che erano scappati da quella casa di tortura. Aveva deciso di fissare microspie e telecamere camuffate ed aveva deciso di mandare il filmati in diretta ai vampiri, così potevano attaccare gli umani quando meno se lo aspettavano, per fare questo però prima doveva cambiare aspetto e diventare amica, inventarsi una storia per copertura. Continuava a ripetersi come un’ossessione, devo trovare la strategia, una strategia!!! Decise di mettesi una parrucca nera e lenti a contatto blue, mettersi gli occhiali spessi e quadrati tipo quelli anni ‘70 anche se ci vedeva benissimo, aveva sempre desiderato mettersi gli occhiali.
 Era infatti invidiosa di chi li portasse, pensava di essere bellissima con gli occhiali, ma in realtà aveva un aspetto in tutto e per tutto insipido. Dopo il camuffamento si era presentata in pieno giorno bussando alle porte di protezione suprema, fornendo false generalità e dimostrandosi molto molto aperta, socievole e disponibile.

Avevo visto il comportamento di questa nuova arrivata, che si era dimostrata molto gentile anche con me, ma ci stava qualcosa di inquietante avevo come un déjà-vu ma non capivo chi di pericoloso mi ricordasse e ci rimuginavo sopra prima di scacciare il pensiero… ma il pensiero tornava e ritornava, ci stava qualcosa che non andava bene, qualcosa di freddo e inquietante in quegli occhi, non mi sembravano per niente autentici e avevo deciso di tenerla d’occhio. Ogni giorno cercavo di capire cosa stesse facendo ma rovistando nella tenda e non trovando niente di particolare, almeno il primo giorno, avevo avuto l’intuizione che qualcosa d’altro sarebbe stato scoperto da me per cui continuavo con la mia perlustrazione. Ero entrata nella sua tenda anche il giorno dopo ed avevo scovato le telecamere in una buca che aveva scavato sotto la tenda e che aveva coperto con delle coperte, avevo trovato anche degli oggetti: delle bamboline, dei fronzoli che servivano a coprire le telecamere... avevo sentito una voce ed ero sussultata d'improvviso ma non potevo urlare, dovevo trattenermi. Dovevo cercare di capire chi fosse, e poi osservando con attenzione avevo capito che era un rudimentale computer con un vampiro che parlava e chiedeva informazioni sugli umani…avendo ottenuto abbastanza prove ero scappata dalla stanza allontanandomi nel buio. Il giorno dopo avevo visto le bamboline ed i fronzoli in giro che lei aveva usato per nascondere le telecamere…. Click… intuizione.






**Foto trovate su pixabay.com o pexels.com**

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