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<h1>IL RATTO DI PROSERPINA</h1>

<h4>RACCONTO, A MODO MIO, SULLA STORIA DELLA STATUA DI BERNINI</h4>
<h4>Dialoghi in lingua madre.</h4>

https://i.imgur.com/xPYJ8hE.jpg?1 
<p><sub><em>Nicola Fruet - Coltellinaio per passione - Trentino - Italy</em></sub></p>
<p><sub><em>…che ogni tanto esce dal suo seminato.</em></sub></p>

<sub>IMMAGINE DI COPERTINA CC0 – [Fonte](https://it.wikipedia.org/wiki/File:RapeOfProserpina.jpg) Wikipedia </sub>

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Amo questa opera di Bernini! La trovo di una straordinarietà incredibile. Ma.. da dove nasce questa opera? Personaggi, tradizioni e miti appartenenti all’antica Grecia e descritto all’interno dell’opera “Metamorfosi” di Ovidio. Ho voluto narrare, a modo mio questa storia… i dialoghi sono in lingua madre, ma non preoccupatevi… ci sono anche i sotto titoli.
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Plutone era stanco di girovagare nel suo Regno degli Inferi, gente che entra… nulla di interessante. Un bel mattino, stufo e tediato prende il guinzaglio a tre collari e chiamò

“*Cerbero!!! Vei che nen! Nen en giro.*”
<sub>”*Cerbero!! Vieni qua che andiamo in giro*”</sub>

Cerbero drizzò le orecchie e subito, come una scheggia corse dal suo padrone. Plutone mise i tre guinzagli al suo fedelissimo. Eh sì! Cerbero è il cane a tre teste che sta a guardia all’ingresso degli Inferi, le tre teste simboleggiano il *passato, presente e il futuro*. Chiunque oltrepassava la soglia degli Inferi non aveva più passato, non c’era presente ne tanto meno un futuro.

 Plutone preparò i suoi quattro cavalli nerissimi, salì sul carro dorato con Cerbero e cavalcarono in lungo e in largo per la Sicilia, un giretto sul suo amato Etna e poi pensò…

“*Dai che fen en giro al laghet, forsi ghè qualcuni de interesante.*”
<sub>”*Dai che ho voglia di fare un giro al lago, forse incontro qualcuno di interessante*”</sub>

Giunse così presso il lago di Pergusa. Scese dal carro e liberò Cerbero così poteva sgranchirsi le gambe. In quel giorno, in riva la lago stava passeggiando anche Proserpina assieme ad alcune ninfe. Proserpina è la figlia di Giove e di Cerere, la quale era la dea della fertilità e dell’agricoltura, amatissima dagli uomini. Le fanciulle si divertivano a correre sui prati e ogni tanto si chinavano a cogliere qualche fiore per adornare le loro vesti. Plutone sentì quelle voci e le risate delle fanciulle, si avvicinò piano piano per curiosare. Nascosto dietro a un cespuglio Plutone poteva vedere quello che accadeva e..

“*Ma varda lì che bela matelata! Quela l’è la fiola dela Cerere… e… me fradel el m’aveva dit che podevo provarghe! L’è propri n’à bela matelata, zovena… Cerbero! Ades nen a torla!*”
<sub>”*Ma guarda che bella ragazza! Quella lì dovrebbe essere la figlia di Cerere… e… mio fratello (Giove) mi aveva detto che potevo conoscerla. E’ proprio una ragazza graziosa, giovane… Cerbero! Adesso andiamo a prenderla!*”</sub>

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<sub><sub>*CC0 CREATIVE COMMONS* [Fonte]( https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ratto_proserpina_5_bernini.jpg)</sub></sub>

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Diciamo che Plutone non era proprio quel che si definisce un **gentiluomo**… i suoi metodi di approccio ad una ragazza non sono fra quelli che si potrebbero descrivere in una ode o in una poesia d’amore. Fatto sta che la sua interpretazione di *conoscere* una ragazza equivale a “*vieni con me! Non ho voglia di sentire discussioni.*” Plutone si invaghì perdutamente di Porserpina… Balzò fuori dal cespuglio e con le sue vigorose e possenti braccia afferrò Proserpina…

**Come e cosa sia successo non serve descriverla! Soffermatevi a osservare la statua. Bernini, con le sue mani e pochissimi strumenti, ha saputo cogliere qualsiasi espressione e movimento della scena del rapimento.**

Plutone prese il carro e velocemente si diresse verso la “sua casa”. Proserpina continuò a chiedere aiuto, implorando chiunque, ma neppure Giove non poteva far nulla, visto che ha dato il suo benestare a Plutone. Un ultimo disperato grido di aiuto, prima di entrare nel grembo della terra, lo rivolse alla madre… l’eco di questo grido si diffuse tra le valli e le montagne fin a giungere all’Olimpo dove Cerere poté udire.

Cerere sconvolta scese sulla terra e per nove giorni continuò a cercare la sua adorata figlia, fino a che non capì che fu Plutone a rapirla. Per questo si rifugiò in un tempio molto lontano dimenticandosi del suo ruolo e degli umani… la terra non produceva più, i frutti non maturavano, i fiori non sbocciavano e i prati divenivano gialli. Nel frattempo sull’Olimpo Giove incominciò a preoccuparsi…

“*Ma che fradel che gò! G’ho ben dit de si… ma nol pol far quel che’l vol, gnanca elo!*”
<sub>”*Ma che razza di fratello che ho! Gli ho detto di si (sul fatto di Proserpina)… ma non può fare quello che vuole, neppure lui!*”</sub>

“*Ho ben provà a parlarghe a quel lì…. Ma no el me scolta, non vol sentir reson!*”
<sub>”*Ho provato a parlare con lui (plutone)… Ma non vuole ascoltare, non vuole sentir ragione!*”</sub>

E alla fine Giove ordinò

“*Portame chì quel dale scarpe svelte!*”
<sub>”*Portatemi qua quello con le scarpe veloci! (Mercurio)*”</sub>

Giove incaricò Mercurio di trovare un accordo con Plutone. E così, Mercurio si incontrò con Plutone per convincerlo di lasciare Proserpina libera di tornare sulla terra e riabbracciare sua madre. L’incontro non fu semplice…

Mercurio: “*Dai Plutone.. anca tì… no podevet parlarghe prima a sta matelata? No podeve conoserve… bisognava ciaparla e trarla qua dentro? Dai adeso…*”
<sub>Mercurio: ”*Suvvia Plutone… anche te… non potevi provare a parlare con questa ragazza? Non ci si poteva conoscere prima… era necessario rapirla e portala qua? (negli Inferi). Suvvia… *”</sub>

Plutone: “*Me fradel el ma dit che podevo torla! E mi ho fat…*”
<sub>Plutone: ”*Mio fratello mi ha dato il suo benestare! E così ho fatto… *”</sub>

Mercurio: “*Si.. ho capì… ma entant su i è drè che i more tuti, so mama l’hei nada via. Zerca de capir… *”
<sub>Mercurio: ”*Si.. ok ho capito… ma intanto (sulla terra) stanno morendo tutti, sua mamma (Cerere) è andata via. Cerca anche te di capire…. *”</sub>


Plutone: “*Volè sempre gaver reson voi…Comunque Porserpina l’ha zà magnà chi… Quindi fen così… chi con mi sei mesi e con so mama gli altri sei mesi. Cosita g’ha de eser!*”
<sub>Plutone: ”*Voi volete sempre aver ragione… Comunque sappiate che Proserpina ha mangiato qua (nell’Ade)… Quindi facciamo così… resterà qua con me per sei mesi e con sua madre gli altri sei mesi. Così è stabilito! *”</sub>

Plutone non voleva disobbedire a Giove, ma con un sotterfugio si assicurò che Proserpina rimanesse legata agli Inferi dato appunto che proprio Plutone offrì a lei un po’ di melograno. Per un volere divino, molto antico, chi mangiava i chicchi del melograno era legato per sempre al mondo degli Inferi.

Ecco che quando Proserpina poteva riabbracciare sua madre era in primavera, Cerere era felice e poteva di nuovo dedicarsi al suo ruolo e far si che l’agricoltura rinascesse, mentre quando si avvicinava l’autunno Proserpina doveva andare con Plutone agli Inferi… Cerere non poteva far altro che piangere e rinchiudersi in se stessa… abbandonando gli umani e la fertilità dei campi veniva meno.

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### L’alternanza delle stagioni….






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