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"Sai, mi viene in mente una dolcissima canzone di Ron, _Stella mia_, la conosci amore??"

"No, in questo momento non me la ricordo, prova a canticchiarla...."

"Non sono intonatissimo, preferirei di no..."

"Allora recitala, dimmela, fai come credi, ma dimmi le parole, perché sono sicura che è stupenda..."

"Ok, allora va bene, è l'ultima strofa, che secondo me è perfetta per te, piccola cucciola mia, la canzone dice così...

_Io vorrei tenerti così nuda sul mio petto così senza staccarmi, senza ferirmi per sempre amore, sempre così Come stai, dolce stella mia quante volte ti ho lasciata sola sulla scia io mi agitavo e non vedevo la ferita che ogni volta si riapriva quando me ne andavo via sì me ne andavo via e non tornavo più fino a quando il cuore mi scoppiava di malinconia e tu in silenzio mi abbracciavi amica mia io mi vergogno un po' ma adesso tu sei mia, adesso tu sei mia_

_Ron, Stella Mia, cit_

Silenzio in sala, Gaia era emozionatissima, non conosceva la canzone ma poco importava, tratteneva a stento un pianto liberatorio, liberatorio di tutte quelle tensioni di varia natura e di vario genere che aveva accumulato negli ultimi tempi della sua vita, si sentiva per la prima volta veramente felice, lì, in quel letto d'albergo, insieme al suo uomo, anzi, al suo amante, magari fosse stato il suo uomo, sarebbe stato davvero meraviglioso, ma si dice che nella vita non si può avere tutto, poteva qull'uomo completare la sua esistenza facendole toccare il cielo con un dito?? Non lo sapeva, non sapeva cosa avrebbe potuto realmente significare Fabrizio per lei, era tanto, era molto, era speciale, ma non era libero, forse tutta quella magia che stavano vivendo si sarebbe disciolta come neve al sole, se fossero venuti allo scoperto, osteggiati da Greta, che non era certo disposta a perdere tanto facilmente suo marito...

Assorta in quegli angusti e per certi versi contorti pensieri, a Gaia si erano riempiti gli occhi di lacrime, Fabrizio le alzò un attimo il viso, vedendole si affrettò ad asciugarle, baciandola ripetutamente sulle labbra, faceva venire voglia di coccolarla, proteggerla da quel mondo che l'aveva spesso maltrattata e bistrattata...

"Ehi tesoro, tutto bene?!?!", le chiese.

"Sì, sì, non ti preoccupare, è che sono un po' piangolona, la canzone è veramente carina, per cui mi sono un po' lasciata trasportare dalle emozioni, va tutto bene, non può essere diversamente, grazie di esistere, tesoro, grazie davvero di esistere e di far parte della mia vita..."

"Anch'io ti ringrazio, dolce stella mia, vorrei offrirti di più, vorrei stare sempre con te, forse è prematuro per dirlo, ma ho sensazione che tu sia realmente la donna della mia vita...."

"E tu l'uomo della mia vita...", una risposta così rapida procurò un'ultima erezione all'uomo, mentre andavano verso un ampio box-doccia per rinfrescarsi e affrontare il viaggio fecero l'ultima volta l'amore, giocando con il sapone, ma quando Gaia sentì che l'uomo stava per raggiungere il culmine del piacere, si staccò un attimo, lo accolse premurosamente nella sua cavità orale, non staccandosi finché non avesse completato l'orgasmo, trattenendo definitivamente dentro di sé quelle poche gocce di linfa maschile.

Si rivestirono in silenzio, aiutandosi reciprocamente, ogni tanto si fermavano per scambiare languidi baci, il loro sentimento era evidente dagli sguardi che si incrociavano, denunciando uno stato di profonda intesa, tale da fargli provare emozioni incommensurabili.

Uscirono in strada, erano da poco passate le 5, Fabrizio accese la potente Yamaha R1, autentico mostro di potenza e con una tenuta di strada portentosa, grazie anche alle coperture ribassate che mordevano letteralmente l'asfalto, Gaia salì nel microscopico sellino posteriore, in modelli capaci di prestazioni-limite come la super-sportiva della casa del diapason non c'era proprio da stare allegri, il passeggero era spesso visto come un intruso, per cui lo spazio a sua disposizione era davvero risicato, costringendolo a posizioni degne di un fachiro, ma la ragazza non aveva assolutamente problemi di nessun genere, perché si trovava nel posto migliore del mondo, alle spalle del suo uomo, abbrancata a lui, grazie alle sue grandi doti elastiche era riuscita a ritagliarsi una posizione perlomeno decente.

Un fulmine, una scheggia impazzita che volava verso la sua meta, l'abitazione di Gaia, esattamente 3 minuti oltre il tempo delle 2 ore il percorso di andata venne completato, in considerazione anche del fatto che Fabrizio aveva a cuore il fatto che non fosse da solo, si salutarono dolcemente, avevano un quarto d'ora a disposizione per farlo egregiamente, l'uomo entrò nel monolocale della sua donna, intimo e accogliente, si gettarono sul letto, non capendo da dove arrivasse ancora quell'energia, nell'incertezza Fabrizio sfruttò l'ennesima erezione per possedere nuovamente Gaia, che incredula per tale ennesima prestazione toccò anche lei l'estasi dei sensi, rapidamente si ricomposero e questa volta arrivò sul serio il tanto odiato momento del concedo, era proprio giunto, il distacco era ormai incombente...

Continua...