Libertà di disinformazione [ITA] by gianluccio

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· @gianluccio · (edited)
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Libertà di disinformazione [ITA]
Vorrei riprendere in mano e approfondire alcuni argomenti del [mio recente post sulle Cryptovalute](https://steemit.com/cryptocurrency/@gianluccio/hello-crypto-world-ita), usciti fuori grazie ad uno scambio di opinioni con il "collega" di Steemit @supervideochat.

Quindi, si parla di libertà e non, d'informazione e di disinformazione; di come noi esseri umani siamo evoluti passando dai libri ad internet; e di come questo approccio abbia cambiato il nostro modo di interagire con il mondo e con la cultura, in meglio o in peggio. C'è il potenziale per scrivere un intero trattato, cercherò di sintetizzare il mio punto di vista il più possibile, cominciando da alcuni concetti chiave.

### Il confine tra libertà e anarchia
Libertà.
Solo il nome rievoca nelle nostre menti immagini grandiose: la scena di Braveheart, con William Wallace che urla "Potranno toglierci tutto, ma non ci toglieranno mai la libertà!". La presa della Bastiglia contro la monarchia, la rivolta di Spartaco contro lo schiavismo romano. O più recentemente, i partigiani durante la liberazione dal fascismo. 
Chi non adora la libertà?

Risposta semplice, banale e anche un po' complottista: i governi.
Sì perché i governi nazionali (ed ormai possiamo includere anche quelli "Internazionali") apprezzano la libertà fino ad un certo punto, fino al punto in cui è ancora gestibile. Per questo gli stati moderni hanno tutti il proprio set di leggi, la propria polizia o esercito per farle rispettare e così via. Il delicato equilibrio generato dalla contrapposizione tra libertà personale e governo sovrano è ciò che ancora tiene unita l'umanità sotto l'infallibile metodo del "Divide et Impera".

Cosa succede quando questo controllo viene a mancare? Beh, io vedo due scenari:

1. **L'utopia anarchica**
Lo ammetto, è il mio sogno nel cassetto. Perché in un regime di libertà assoluta, dove non c'è alcuna regola da rispettare e dove non c'è nessun controllo di sorta, una società sopravvive quando il singolo è cosciente. Con cosciente intendo: che sa perfettamente cosa è bene e cosa è male, per lui come singolo e per tutti gli altri come gruppo. E' un soggetto conscio dei limiti della libertà: sa quando finisce la sua e comincia quella altrui, non valica il confine. E' altruista perché pensa al bene della comunità nel contesto dei suoi bisogno personali. In questo caso si ha l'utopia anarchica: non si hanno bisogno di leggi perché tutto funziona perfettamente senza alcuna regola. 
Ed è anche un mondo fatto di palazzi di marzapane, autostrade di arcobaleno e letti di nuvole.

2. **La degenerazione anarchica**
Per darvi un esempio di quello che può succedere quando viene data libertà estrema ad un gruppo di persone, vi porto l'esempio di [Marina Abramovich](https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Abramovi%C4%87)

   ![](https://steemitimages.com/DQmY2bTFrDbgveakGfJfWBzKLca66VnkFbLE2Ua6HkVAMGS/image.png)
   <sub>[L'artistia Marina Abramovich nel 2010 - click for source](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c0/Marina_Abramovi%C4%87%2C_The_Artist_is_Present%2C_2010.jpg)</sub>

   Nel 1974 Marina fu protagonista (per non dire vittima) di un esperimento artistico: chiamò un gruppo di persone in una stanza, dispose su un tavolo 72 oggetti diversi (tra cui lamette, coltelli e una pistola carica) e disse al pubblico che lei avrebbe posato per sei ore, periodo nel quale loro avrebbero potuto fare quello che volevano del suo corpo senza che lei reagisse minimamente. L'opera d'arte sarebbe stata lei stessa, la tela sulla quale il pubblico avrebbe dipinto senza alcun freno o costrizione.

   Inizialmente le persone fecero cose innocenti: le fecero il solletico con una piuma, la vestirono con dei capi d'abbigliamento. Quando si resero conto che lei non avrebbe opposto resistenza cominciarono a tagliuzzarle i vestiti spogliandola completamente, arrivando all'atto di farle dei tagli sulla pelle. Qualcuno cercò di difenderla da questi abusi, altri continuarono fino a metterle in mano la pistola carica puntandola sulla sua tempia, con l'indice sul grilletto. Alla fine delle sei ore la donna, sanguinante ed in lacrime, disse che "ha avuto paura di morire".

   Ecco di cosa è capace l'uomo quando non ci sono freni di nessun tipo: nessun rispetto per il prossimo, nessun freno di fronte alla violenza o alla lussuria. [Rhythm 0](https://en.wikipedia.org/wiki/Rhythm_0) (il nome dell'opera, se vogliamo chiamarla così) è Il perfetto esempio del mio concetto di degenerazione anarchica.


### L'informazione libera

Ora, tralasciando tutte le possibili interpretazioni filosofiche, concettuali e geo-politiche, concentriamoci sul nostro problema: quando si può parlare di informazione libera?

![](https://steemitimages.com/DQmS3WswJeQ5s5gUHtNd7fq4RNtJqZmVnmJBtzNbKVDG2PL/image.png)
<sub>[Indice di libertà di stampa nel mondo - fonte rsf.org](https://rsf.org/en/ranking)</sub>

l'informazione è libera (per definizione assoluta) se chiunque può dire la sua su qualsiasi argomento senza censure di nessun tipo.

Una volta, qualsiasi informazione data in pasto al pubblico doveva passare per organi di revisione (che fosse una testata giornalistica, una redazione televisiva o la censura governativa). E' lo stesso concetto per cui uno stato od un governo può funzionare: bisogna in qualche maniera "limitare" la libertà per rendere la situazione gestibile, per impedire una pericolosa deriva verso la "degenerazione anarchica" di cui sopra.

E' facile capire come, al giorno d'oggi, questa barriera sia stata rumorosamente infranta dalla potenza del web. Non solo il web è il veicolo perfetto per accedere all'informazione libera (libera da qualunque tipo di restrizione o quasi), ma è anche un posto dove la libera opinione è a distanza di un click. Un click dal pulsante "pubblica" di facebook, dal pulsante "invio" di una chat o anche dal bel pulsantone "Post" dei nostri interventi su Steemit.

Siamo nell'era dell'informazione libera signori.
Anche se forse, vista la jungla di informazioni e la qualità delle stesse, è meglio parlare di informazione selvaggia e senza controllo.


### Il ruolo del Web
Sia messo in chiaro: io non penso che il Web, internet e tutti i suoi derivati siano un problema, anzi. 
Il Web è una tra le invenzioni più geniali di cui dispone l'umanità. Il Web è bellissimo perché è pubblico, è di tutti, è un infinito pozzo di conoscenza e di socialità. Insomma, sono ingegnere informatico, e se mi togliete Google e internet piango.

Facciamo un parallelismo: Il Web è come un camioncino, una coltello da cucina o la scoperta della reazione nucleare; sono tutti strumenti nati dalla mente umana, strumenti il cui scopo è quello di aiutare in un trasloco, per affettare le carote o alimentare nuovi fonti d'energia. L'uomo è l'unico che può usare male questi strumenti: per atti di terrorismo, per un omicidio, per il bombardamento di Hiroshima... o per la disinformazione sul Web.

E ricadiamo nel concetto di libertà, così bello, così stupendo, così mal funzionante quando di mezzo c'è l'uomo.

In questo modo nascono fenomeni spaventosi alimentati dall'indipendenza della rete: tutti diventano leoni da tastiera quando ci si può nascondere dietro il proprio schermo luminoso.
Così assistiamo ad atti di cyber-bullismo che spinge al suicidio, diffamazione priva di senso, minacce di morte rivolte ad [attori che interpretano ruoli antipatici](https://movieplayer.it/news/the-walking-dead-josh-mcdermitt-abbandona-i-social-dopo-minacce-di-mor_50521/), la diffusione di notizie false (o, in modo più subdolo, modificate ad arte con estratti che stravolgono il significato originale), la creazione di pericolosissimi "Ultras della disinformazione", fieri delle loro teorie complottiste e che difenderebbero le loro (palesemente false) idee contro tutto e tutti... ignorando la logica e citando fonti che farebbero ribaltare nella tomba Galileo Galilei ed il suo metodo scientifico.

Internet, purtroppo, è anche questo.

### Il sapere di Google

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 <sub>[Ciao sono Google! Usami e sarai ONNISCENTE - click for source](https://pixabay.com/it/google-motore-di-ricerca-76522/)</sub>

Quante volte, negli ultimi anni, vi è capitato di non saper rispondere ad una domanda qualsiasi? Ve lo dico io: mai.
Perché quando avete un dubbio tirate fuori il vostro fido cellulare e lo googlate. Ehi, il termine "[Googlare](http://www.treccani.it/vocabolario/googlare_(Neologismi)/)" esiste davvero... pensate quanto è diventato importante questo strumento nella nostra vita.

Questo ci rende più intelligenti?
Mah.

Siamo diventati infallibili, questo sì (beh, a patto di non andare su siti tipo http://www.disinformazione.it/).
Inoltre devo ammettere che Google ti da la possibilità di trovare il sinonimo giusto, la traduzione azzeccata della parola, la statistica che avevi dimenticato o l'artista contemporanea di cui non ricordi il nome (eccomi!).
Ma da un punto di vista accademico, tutto questo non fa (a mio giudizio) che renderci pigri: perché leggere un buon trattato sulla letteratura greca quando puoi cercarlo su internet? Perché fare ricerche sull'enciclopedia quando hai Wikipedia?

Tutto questo genera un altro fenomeno pericoloso: quello del finto erudito. Quella persona laureata su google che dispensa consigli da esperto in qualunque campo: medico, scientifico, matematico, veterinario... che si auto-diagnostica le malattie e che ripara l'impianto elettrico seguendo tutorial... di solito sono primi candidati nei gruppi di Ultras disinformati di cui sopra.

Non dico che non si possa imparare da internet, anzi, io ho imparato una vagonata di cose. Ma per capirle bene, per arrivare a fondo dei concetti c'è bisogno di un serio studio.
Altrimenti le università avrebbero già chiuso.

### Conclusioni e soluzioni
Nel mio precedente intervento dissi che:

> Il 50% dell'umanità ha un’intelligenza sotto la media. E con il tempo, questa media sta scendendo vistosamente.

Ammetto che ci sono due imprecisioni in queste frasi.

1. In realtà, il 50% dell'umanità ha un intelligenza sotto la MEDIANA. Che potrebbe essere inferiore o superiore alla media, ma verosimilmente per i grandi numeri ci si dovrebbe avvicinare.
2. L'intelligenza (forse) non sta scendendo. Ma il Web ci permette di assistere ogni giorno a scempi dell'intelletto che, prima di internet, non eravamo abituati a vedere e valutare.

Quindi? C'è una soluzione a tutto questo?

Purtroppo no. Il Web per definizione non può essere censurato (e mi scaglierei tutta la vita contro chiunque ci provasse). Come tutte le cose, dobbiamo accettare il bello ed il brutto di quello che abbiamo e farcelo andare bene.

Oh, male che vada potete intraprendere la carriera di [debunker](https://it.wikipedia.org/wiki/Debunker), ma io ne conosco qualcuno e vi assicuro che è un lavoro difficile, pericoloso e pure un po' avvilente.

Perché come dice sempre un mio amico:

> Non metterti mai a discutere con un'idiota: perché prima ti porta al suo livello, e poi ti batte con l'esperienza.
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@gabriele-gio ·
>  In questo caso si ha l'utopia anarchica: non si hanno bisogno di leggi perché tutto funziona perfettamente senza alcuna regola.

La concezione macro-economica comunista non prevede né uno stato (quindi anche un corpo giuridico) né moneta. Però non mi piace. Durante il 1917 comunisti ed anarchici si ritrovano a combattere assieme l'esercito zarista, appoggiato anche dall'Italia.

> In realtà, il 50% dell'umanità ha un intelligenza sotto la MEDIANA. Che potrebbe essere inferiore o superiore alla media, ma verosimilmente per i grandi numeri ci si dovrebbe avvicinare.

La distribuzione a curva di campana **perfetta** ha la media che corrisponde alla mediana. Ma nemmeno questa condizione basta per parlare di perfetta distribuzione *normale*. 
Il QI non ricordo se ha quel tipo di distribuzione. Anche nel caso affermativo, non mi piace misurare le persone con quell'indice.
Inoltre anche i cosiddetti *analfabeti funzionali* non vengono classificati secondo il QI ma secondo altre metriche.
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@gianluccio ·
Beh io non ho mai parlato di QI. Penso che il concetto di intelligenza sia dato da tanti fattori: l'esperienza di vita, il modo di rapportarsi con le persone, sapere quando parlare o quando stare zitti... a D&D si chiamerebbe "Saggezza". Beh se questo parametro complessivo fosse misurabile, allora sarebbe (a mio parere) un buon metro di giudizio dell'intelletto. Poi che non esista è un altro discorso ;)
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@gabriele-gio ·
accademicamente si parla di QI quando si menziona l'intelligenza
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@supervideochat ·
Innanzitutto ti ringrazio della menzione.
Il tuo precedente articolo, da cui e' sctaturita la nostra discussione e questo tuo ultimo lavoro, si focalizzava su un confronto tra vecchio e nuovo. Su questo paragone, la mia idea e' che il nuovo vinca a mani bassi: intendo che l'umanita', grazie al Web, e' capace di fare molte piu' cose del passato. Io, ad esempio, grazie al Web ho costruito una professione da autodidatta. Ci sarei riuscito senza? Forse, ma con estrema piu' difficolta' nel reperire il materiale, nello sperimentare e nel mettermi sul mercato.
Grazie a Google ho montato e sistemato molti mobili: questo fa di me un falegname? No, pero' senza il Web non ci sarei mai riuscito, quindi mi ha dato un po' di facolta' in piu' ed esperienza per i prossimi mobili, pur non avendolo mai fatto in passato.
Non credo che ci sia differenza tra acquisire un contenuto da una pagina web o farlo da un libro purche' la fonte sia autorevole. Secondo me, chi sarebbe predisposto alla "disinformatia", lo sarebbe indipendentemente dal Web e lo esplicherebbe in modo diverso, leggendo autori farlocchi con teorie farlocche, anziche' aprendo il PC. Molti si approcciano al sapere e all'informazione, indipendentemente che questa sia sul Web o fuori, come la ricerca della conferma di cio' che loro gia' pensano, frutto delle proprie esperienze o dei propri traumi. Il Web forse amplifica questo fenomeno, ma col tempo la societa' imparera' a gestire anche questo, come lo ha fatto con gli altri mezzi di informazione. Piu' facilmente il Web e' specchio della societa', con tutti i suoi "fenomeni da bar" e le persone di qualita': maturare significa saper discernere.
Sulla pigrizia e' vero, ma molte di quelle cose che leggi, cercandole, magari ti rimangono in testa, in passato la casalinga di Voghera non poteva consultare una enciclopedia medica per capire un fenomeno medico e questo secondo me e' molto piu' deleterio magari di comprendere un sintomo e di andare dal medico: purche', certo, con la maturita' di capire che poi quel sintomo debba essere analizzato da uno specialista, perche' nessuno puo' essere tuttologo. Forse manca acora questa maturita' nella societa' rispetto all'approccio col Web. Le degenerazioni ci sono sempre state, ma nell'era dell'informazione la recepiscono tutti: questa e' la differenza col passato. E non credo sia un male perche' conoscere le brutture e le stupidaggine altrui, aiuta a crescere e imparare.
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@gianluccio ·
La menzione era dovuta! Anzi grazie a te per i commenti di confronto che io adoro sempre :)

Tra vecchio e nuovo voto anche io il nuovo, un po' perché è il nostro mondo, quello che abbiamo contribuito a creare, un po' perché non si può fermare il progresso. Ma questo argomento lo avevo già affrontato nel mio precedente post, giungendo alle medesime conclusioni (ed in buona parte, per quanto il mio approccio sia critico, lo confermo anche in questo intervento).

L'accento però va posto sul potere che i soggetti predisposti alla "disinformatia" come dici tu, hanno nella nostra era. E' il potere enorme di condividere il falso, globalmente. Trovare altri come lui e creare gruppi di persone che seguono falsità, cosa molto difficile in passato per la casalinga di Voghera (direi praticamente impossibile). Ora detta casalinga ha fondato "Le mamme pancine", questo è il fenomeno che mi inquieta alquanto.

Poi sono sicuro che tali fenomeni diminuiranno e l'essere umano si "adatterà" come ha sempre fatto.
La tua ultima frase è bellissima e la condivido al 100%. Ma ha senso fintanto che si riesce a discernere le brutture e le stupidaggini altrui. Se non ci riesci... finisci per creare un forum terrapiattista.

Oh, anche se è quasi finita, buona Immacolata a tutti! :)
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