Ricordi Dorati - Storia Zen (ITA) by pierpanbah

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· @pierpanbah ·
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Ricordi Dorati - Storia Zen (ITA)
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<p>Un fresco pomeriggio di primavera il maestro Obiwan e i suoi discepoli&nbsp;Hiro e Sasume stavano passeggiando in un boschetto vicino al monastero di Aushen.<br>
Nel bosco c'era una radura che si apriva in un piccolo stagno. I ciliegi intorno all'acqua indoravano l'aria, e il sole filtrando dagli alberi, rendeva luminosa e calda l'intera scena.&nbsp;</p>
<p>Li vicino allo stagno un giovane disegnava forsennatamente su di un taccuino, strappava il foglio e l'accartocciava per poi riprendere con nuova foga sul successivo foglio. Dal numero di fogli appallottolati si poteva intuire che l'intero processo durava da ore<br>
Con un gemito il giovane esclamò esausto -"non ci riuscirò maiiii!" abbandonandosi sfinito sulla riva.<br>
Hiro incuriosito si avvicinò e chiese - "Che succede ragazzo ?"<br>
 Il giovane sorpreso cerco di sistemarsi e guadagnata la calma rispose "oh nobili sacerdoti sto solo disegnando.. Anzi sto cercando di fissare un ricordo".<br>
"Fissare un ricordo?" il maestro Obiwan si fece avanti e chiese "cosa vuol dire fissare un ricordo?"<br>
Allora il giovane spiegò: si chiamava Orochichi. Viveva nel vicino villaggio. Sua madre un giorno lo portò in quello stagno. Era una giornata stupenda. Non sempre sua madre poteva stare con lui perché lei lavorava molto. Ma quel giorno lei poteva. Insieme andarono nello stagno e in quella rara occasione il luogo era colpito da una luce incredibile che rendeva la scena simile alle favole che sua madre gli raccontava e la stessa luce rendeva sua madre bellissima.<br>
Purtroppo il giorno dopo la donna morì in modo cruento assassinata da dei briganti. E Orochichi bambino cominciò a disegnare lo stagno cercando di riprodurre quell'atmosfera incantata di un giorno così remoto.<br>
Orochichi si ricordava poco di sua madre perché era molto piccolo quando lei morì. Però quella giornata si era impressa indelebile nella sua mente. Una giornata splendente come la bellezza della madre. <br>
Sasume prese un foglio accartocciato, lo apri e lo guardò. Era un disegno molto bello che molti nobili avrebbero usato per impreziosire una parete o una camera di qualche residenza.</p>
<p><br>
"Disegni benissimo" disse Sasume &nbsp;"Conosco un maestro nella capitale che potrebbe insegnanti ancora a migliorare la tua tecnica" ma già cosi sei molto bravo. Potresti disegnare per mestiere.<br>
"La ringrazio giovane monaco ma non posso spostarmi da qui. Ogni giorno di primavera devo venire a disegnare. È una specie di promessa che ho fatto a mia madre"<br>
"Ma tua madre è morta anni fa" disse Hiro&nbsp; "vai per la tua strada"<br>
"No grazie ancora." rispose Orochichi. Se riuscirò a ritrarre quella scena mi sentirò ancora bene come quel giorno. Non posso smettere finché non ci sarò riuscito"<br>
Sasume aggrotto' la fronte e disse "ma giovane Orochichi se tua madre è morta. Cosa cambia?"<br>
"Ma cambia per me! E forse anche per lei e per il suo spirito e poi quella giornata è l'unico vero ricordo felice&nbsp; che ho della mia infanzia"<br>
Hiro gentilmente riprovò "Può anche essere vero. Ma forse tua madre vorrebbe che tu vivessi la tua vita invece di fare disegni di uno stagno aggrappandoti al passato"<br>
Il giovane Orochichi con fermezza disse "Io sento che rivivere quel passato mi fa stare bene! E come... come se facessi tornare mia madre.. Come se nulla fosse cambiato e lei non fosse morta" mentre parlava la fermezza lasciava il posto ad una infinita tristezza.<br>
Il Maestro Obiwan allora si schiarì la voce e disse "Io mi ricordo bene di tua madre. Faceva la prostituta nel villaggio e andava con tutti i contadini per quattro soldi. E per quello non ti ricordi bene la tua infanzia. Probabilmente quel giorno allo stagno era ubriaca come al solito e ti avrà dato del sakè mescolandolo nel tuo latte per questo motivo lo stagno ti sembrava così bello!"<br>
</p>
<p>Il giovane resto bloccato.&nbsp;</p>
<p>Cercò di parlare ma non emise suono.&nbsp;</p>
<p>Guadò dapprima incredulo il Maestro e poi lo stagno. I disegni. Ancora il Maestro.</p>
<p>All'improvviso si mise a piangere e urlare, anzi a gemere, e scappo via correndo come in preda al panico. &nbsp;<br>
Hiro guardò il Maestro allibito.<br>
Obiwan disse "La verita può fare male certe volte. Farti morire addirittura. Ma chi si blocca nel passato, chi cerca una madre che è morta e vive ogni giorno sperando di rivivere un giorno ormai scomparso nel tempo e nella memoria si blocca. Non cresce e non vive. I ricordi formano le persone. Il cercare di riviverli per sempre le blocca."<br>
<br>
Hiro restò a fissare il maestro per qualche secondo e poi chiese "ma Maestro.. Lei conosceva la madre di quel giovane?"<br>
 "Io? Macche' mica frequento le prostitute! Su andiamo" e si incamminò.<br>
Hiro guardò perplesso il Maestro e poi Sasume che fece spallucce e entrambi seguirono il Maestro.</p>
<p>Orochichi corse piangendo fino al villaggio finché esausto cadde nella strada polverosa.<br>
Una giovane lo vide e corse ad aiutarlo. <br>
Nel tirarlo su i loro visi erano molto vicini.&nbsp;</p>
<p>Orochichi la guardò e pensò, o forse addirittura disse, "sei bella quasi quanto mia madre... No di più!" e fu illuminato.</p>
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@nicola71 ·
il racconto è bellissimo ma la domanda è d'obbligo: perche i "Maestri" nei tuoi racconti sono tutti cosi stronzi?
👍  
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@pierpanbah ·
Grazie intanto :-) E' una buona domanda. Vediamo un po' forse perché per scuotere le persone ci vuole un po' di stronzaggine. O forse perché quello che sembra stronzo forse alla fine fa la cosa giusta? ;-)
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