Mi stavo facendo un viaggio mentale riguardo un argomento, come tutti i viaggi, partono da un punto a per poi finire a b, se c'è una meta precisa, allora b è un punto di arrivo, una meta, ma io in genere arrivo ad x, l'ignoto, con chi mi sta accanto che mi guarda a volte sorridere a volte no e pensa che sono scemo.
Un pochino magari lo sono, ma questa volta voglio addirittura raccontare al mondo e mettere nero su bianco i miei pensieri astrusi e chiocciolosi.
Come già ampiamente accennato in alcuni post precedenti, nei primi mi vantavo, con una certa spocchia nello sciabolare i biglietti del concerto che mi ha regalato babbo Natale in persona, sono un fan degli Aerosmith.
Tutti sono fan o sono stati fan di qualche cantante o simil artista.
La mia riflessione, dovuta al fatto che il biglietto ormai è diventata carta straccia, è sulla quantità di persone che vanno a vedere un concerto.
Mi spiego meglio, io amo gli Aerosmith, vado a vederli con un mio amico, cioè, dovevo andarli a vedere con un mio amico, quindi ogni famiglia per andare a quel concerto compra un biglietto.
30.000 persone, sparo una cifra a caso, 30.000 famiglie interessate, 30.000 persone che sono felici di andare a vedere il concerto.
Quando il cantante è belloccio, di quelli che fanno le canzoni estive, oppure quelli che ballano e cantano, oppure quelli che si presentano sul palco in ciabatte, anche le boy band metro dentro il calderone, insomma, quelli che piacciono alle donne, per ogni persona che vuole andare al concerto, probabilmente vendono due biglietti.
Sappiamo che è così, perché spesso il fidanzato accompagna la morosa a vedere il concerto ed a volte no, ma consideriamo comunque il rapporto uno a due sennò mi mandate in aceto coi calcoli.
E questo è il mio post.
- vieni con me a vedere... ( non faccio nomi di quelli in ciabatte ).
- figa no... dai....
- canta la nostra canzone, quella che mi hai dedicato il primo mese che uscivamo. Ricordi?
Vabbè, mosso dalla curiosità di capire quale fosse quella canzone, uno ci va...
Il problema poi sono gli amici.
- ieri sera mi ha accompagnata a vedere quello in ciabatte.
Davanti a tutta la compagnia.
- sei uno sfigato, un servo della gleba, io mai ci sarei andato, le avrei detto di andarci da sola, sarei rimasto a casa a farmi la barba col coltello di rambo, lasciandola un po lunga, da vero uomo, bevendo whisky dalla bottiglia e dopo ogni sorso avrei fatto la faccia da vero uomo, lo stesso vero uomo che dopo si sarebbe acceso un sigaro mozzicandolo da un lato.
- a parte che sei solo come un cane e non hai la fidanzata, per questo non vai ai concerti con lei, perché non hai la fidanzata e magari non hai la fidanzata perché non vuoi portarla ai concerti.
Comunque, musica di merda, ma hai presente quante fighe c'erano?
E con l'ultima frase uno si salva.
Almeno si può sfruttare la situazione a proprio vantaggio intuendo quale tra le trenta barra trentacinque canzoni uguali del concerto era quella che ai tempi avevi dedicato con affetto sincero alla tua amata.
Magari non la beccavi proprio al 100% però potevi resringere il campo ad un paio di brani.
Prima di andare al concerto ti eri ripromesso di fare attenzione alle sue reazioni e quindi intuire quale fosse il brano, poi però essendo uomo, al momento giusto ti sei distratto, anzi lo eri già da prima, perché come hai detto al tuo amico.
- ma quante fighe c'erano al concerto?
Comunque torniamo a noi, 15000 persone volevano vedere un concerto, 30000 biglietti venduti.
2 a nucleo familiare.
A conti fatti, se piaci alle donne vali economicamente il doppio, ma a parità di biglietti paganti, vali la metà di quelli che piacciono agli ometti.
Ma non è finita qui, anzi, apro una piccola parentesi, giusto per far capire la situazione di pubblico nei vari concerti rock di band emergenti ( che poi emergenti sto cazzo ma vabbè ) nei localini in giro per il nostro paese.
Era qualche anno fa, durante una rassegna rock mal pagata, anzi, probabilmente non pagata anzi sicuramente non pagata affatto, anche perché c'erano rassegne dove addirittura le band dovevano pagare per poter suonare ( non lo fate, non pagate per suonare, ma questa è un'altra storia ).
Dicevo, ero li dopo aver suonato e mi si avvicina un tipo di un altra band mi dice
- ma quante fighe vengono ai vostri concerti?
- cinque, le nostre fidanzate.
Ecco questo per farvi capire la mole di figame ai concerti rock dei poveri musicisti in erba, nel senso di emergenti, ma per certi versi anche in erba erba.
Tornando al discorso iniziale, se piaci alle donne vali il doppio e se piaci ai bambini?
Soprattutto a quelli più piccoli?
Almeno tre volte di più, per ogni piccolo fan accanito, vendi il suo biglietto, quello della sua mamma e quello del suo papà, senza contare tutto il merchandising di corredo, certo perché al concerto, dopo il film, in edicola, sullo store, sul web, non vuoi spingere i poveri genitori già salassati a comprare le più disparate minchiate collegate all'evento?
Gommine, magliette personaggi, patatine con dentro i personaggi, gelati, uova di Pasqua, calze della befana e tutto quanto si possa umanamente pensare di griffare col logo o la foto del pagliaccio di turno.
Poi, sempre parlando si queste boiate da edicola, il gioco è sempre lo stesso, cambia solo la foto del pagliaccio di turno.
Lo so, è facile far leva sul bisogno di prendere soldi dei bambini, ma, tornando al mio concerto saltato, se ci fosse un uovo di Pasqua degli Aerosmith con la possibilità di trovare il pupazzetto di Steven Tyler all'interno lo prenderei di colpo.
- dai che lo scarto, speriamo... speriamo... speriamo... nooooooooooo ma daiiiiii, che sfiga, la penna con la foto del loro manager, ma chi cazzo è che ha pensato di mettere questa cagata nel mio uovo di Pasqua?
Sapete cosa farebbe male in quel momento?
Sapere che da qualche altra parte di Milano, della Lombardia, del nord Italia, di tutta Italia, d'Europa, del mondo, un'altro piccolo rockettaro di quarant'anni ha ricevuto dal fato una action figure di Steven.
Maledetti!
Non me lo fate, mai!