La mafia e la lotta alla mafia sono sempre stati un tema cardine per la società italiana. Un focal point che ha generato anche tanta produzione cinematografica, da film biografici, a docufilm passando per pellicole impegnate ed altre impegnative, fino a veri e propri movies pieni di domande irrisolte e riferimenti storici ficcanti e dissacranti.
A ben vedere però nessuno prima d'ora aveva scelto di mettere al centro della narrazione la vicenda umana e personale di un uomo di mafia. Ci sono state fiction e film incentrati su grandi boss, permeati di indagini e azione ma che mai avevano provato a capire e far conoscere la mente e l'animo di chi di mafia ha vissuto e che grazie alla mafia, ad omicidi, estorsioni e spaccio si era arricchito.
Marco Bellocchio ci ha provato in uno dei film più belli degli ultimi anni, scegliendo di mostrarci l'uomo dietro il maxiprocesso alla mafia, l'uomo senza cui il maxiprocesso non sarebbe mai esistito e le tante condanne non sarebbero mai arrivate.
Tommaso Buscetta è "il traditore", titolo scelto da Bellocchio per presentarci questo bellissimo film.
Pierfrancesco Favino presta fisico, volto e voce a questo uomo d'onore che proprio in nome di quell'onore tanto caro ai mafiosi ha scelto di collaborare con la giustizia passando alla storia come il primo pentito di mafia.
Facile demonizzare un uomo che ha vissuto di mafia e con la mafia per 40 anni.
Facile rifuggire da ogni giudizio positivo verso un uomo che si è macchiato dei delitti più atroci.
Facile puntare il dito contro chi la mafia l'ha coltivata e che con i capi cosca ci andava a braccetto.
![](https://cdn.pixabay.com/photo/2019/04/14/17/18/gun-4127187_1280.jpg)
Meno facile decidere di comprendere cosa muovesse quell'uomo e di riflesso tanti altri uomini che di quel mondo volente o nolente facevano parte.
Meno facile empatizzare con chi ha deciso di voltare le spalle al suo mondo, mettere in pericolo un'intera famiglia, un'intera generazione pur di fare piazza pulita e aiutare lo stato a catturare i lupi corleonesi.
Quello Stato che spesso con la mafia è andato a braccetto, quello Stato che nel film è incarnato dalla figura di Giulio Andreotti, uomo fondamentale nella storia della Repubblica ma che condivideva il sarto personale proprio con Buscetta e che fu accusato di essere stato il mandante di omicidi mafiosi per i quali non fu mai condannato ma solo grazie alla prescrizione.
Tommaso Buscetta assume dunque i connotati dell'eroe vestendo i panni dell'antieroe, cucendosi addosso gli abiti dell'uomo di 2 mondi con il quale fu ribattezzato quando di Cosa Nostra ancora faceva parte.
Un uomo bruto ma con principi, un uomo rozzo ma con dignità da vendere, un uomo onorevole macchiatosi di delitti incredibili, un mafioso che ha reso giustizia più di mille politici alla lotta alla mafia.
Il film su Tommaso Buscetta era necessario, tanto necessario da farci ricordare come la Mafia sia composta da uomini e che proprio dagli uomini sarà sconfitta come credeva fermamente il giudice Falcone con il quale Buscetta strinse una forte amicizia seppure rinchiusa in una gabbia di un carcere e racchiusa nelle pagine di un'istruttoria, dell'istruttoria più celebre della legge italiana, quella che preparò il tappeto rosso del maxiprocesso.
Il traditore è un film immenso perchè ribalta la prospettiva senza farci smettere di odiare la mafia, senza farci amare i suoi capi, senza farci tifare per il cattivo ma facendocelo comprendere a fondo e facendoci vivere quel tormento interiore atroce che nessun uomo dovrebbe vivere.

SerialScore: 9